Zen e Danza
Workshops con la danzatrice e monaca zen Annamaria Gyoetsu Epifanìa
Con infinita gratitudine al Maestro Zen Dainin Katagiri, nel quale riconosco lo spirito del danzatore, al mio Maestro Shohaku Okumura , i cui insegnamenti sono per me continua fonte di ispirazione e a Jia Ruskaja, la divina danzatrice che ha innaffiato i miei sogni di danzatrice dell’anima. Annamaria Gyoetsu Epifanìa
Ciò che nella pittura Zen può essere un cerchio reso in un unico tratto, nella danza può essere tradotto nell’infinito scorrere di un respiro dopo l’altro, di un gesto dopo l’altro, goccia e mare in un solo gesto, al di là di concetti e parole.
Il nostro modo di danzare e di porgere la Danza, si radica profondamente nello Zen e ne riflette l’apertura del cuore e l'universalità di linguaggio.
L’azione non sottoposta all’influenza discriminante della mente ma semplicemente lasciata essere così come è, risulta viva, vera, danzante.
Il Dono del Gesto
La riscoperta del corpo coglie ispirazione dalla gestualità del quotidiano, dall'influenza delle emozioni sulla sfera fisica, dalla Natura da incarnare e non solo da osservare! Essere erba, essere vento: è il lavoro sull’inevitabile, sull’essere ogni momento la manifestazione della realtà assoluta: irripetibile, impermanente, eppure infinita.
In ogni gesto va scoperta la libertà, l' apertura, l' intuizione, va risvegliata la scioltezza, l' elasticità, la fiducia : studiare lo Zen e studiare la Danza è vivere il corpo e i gesti come chiave per intuire lo spirito, l’intima appassionata forza religiosa dell'essere.
Danzare diventa così ascoltare, contemplare e dar vita all’invisibile così come il ritorno al silenzio nella Meditazione, è vivere immersi con fiducia nella pienezza dell’esistenza.
Quando la nostra azione proviene dal profondo della vita, è danza. Dainin Katagiri, Maestro Zen
Il Tempo della presenza
Toccare ciò che non sappiamo di noi, richiede tempo, pazienza, bisogna imparare a vedere cosa c’è dietro le manifestazioni fisiche, verbali. Una forte motivazione è ciò che ci può sostenere, ciò che ci aiuta a praticare.
Il nostro corpo che danza è la danza stessa, non c’è distanza tra noi e la danza, né separazione. Questo è ciò che risulta essere “bello”: la cura di ogni forma al massimo dell’impegno, della presenza.
La Danza, lo spazio sacro di un Mandala
La danza nasce e muore, appare e scompare, muta continuamente, è il mondo fluttuante.
Noi, la danza e tutti gli esseri siamo riuniti nell’atto del danzare che diventa così pace, armonia.
Il nostro vero cuore viene così espresso. Completamente immersi non possiamo vedere la danza, né riflettere sul suo significato, possiamo solo danzare.
La nostra comprensione è il risultato della dinamica dell’azione fondata sulla identità di corpo, respiro, mente: è praticare qualcosa con completa e perfetta devozione.
Epifanìa del Corpo
L’azione diventa un comportamento caratterizzato da bellezza e verità, suscita naturalmente rispetto, la avvolge una dignità che proviene dal profondo dell’esistenza di ogni essere.
Danzando la Natura realizziamo unione e interdipendenza con la Natura stessa e allo stesso tempo è lei che ci guida e ci insegna qualcosa di sé. Scopriamo l’esistenza di un rapporto infinito, costante e dinamico tra noi e tutto ciò che c’è in ogni luogo.
Corpo e mente completamente uniti, flessibili, senza esitazione, sono l’esatta perfezione della personalità umana.
Libera la Danza dalle mille forme che è in te e da uno sarai ogni cosa. Tiziana Procesi, allieva.