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    ad ogni passo, il senso profondo della realtà, senza fine

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    il risveglio dello spirito nella bellezza delle forme

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    solo un Buddha si inchina a un altro Buddha

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    Anshin, un'oasi di pace nel cuore di Roma

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    ogni essere ha il suo potere, la sua energia, la sua danza

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    il Tai Chi nasce dall'Infinito

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La Via degli Occhi Limpidi

La Via degli Occhi Limpidi

C’è un grande scrittore nigeriano, Bayo Akomolafe, a cui mi piace accostare l’autrice di queste pagine. Entrambi ci invitano a superare recinti e steccati, a guardare questo mondo che tutti abitiamo con “occhi limpidi”, per uscire dalla schiavitù del già noto, del cliché e della convenzione.
Filippo La Porta

Dharma Talks Doryu

La saggezza dei Maestri Buddhisti commentata e attualizzata dalle parole del Maestro Doryu Cappelli

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Se respiri, stai danzando

Beati i fiori, beati i pesci, beate le montagne.
A nessuno di voi verrebbe in mente
di voler essere da un’altra parte.
Vi prego, insegnateci il vostro segreto.

Meditazione Zen - Zazen

La Pratica viva, nella quotidianità, diviene naturalmente dono e beneficio
per noi e per tutti gli esseri.
Meditazione Zen - Zazen

Pratica ad Anshin

Orari e giorni della Pratica ad Anshin

Meditazione Zen - Zazen

Lo Zen e le Forme

Studiare e comprendere il senso delle Forme nello Zen

Danza Creativa - Danzaterapia

Risveglio di scioltezza, elasticità e fiducia nel proprio corpo, emozioni e creatività
Danza Creativa - Danzaterapia

Ascolto consapevole

Uno spazio in cui crescere e liberare la propria forza vitale

Danza Creativa - Danzaterapia

Tai chi - Qi Gong

Equilibrio, armonia, centratura: un'antica saggezza per un nuovo benessere

Zen e Danza

Workshops con la danzatrice e monaca zen Annamaria Gyoetsu Epifanìa
Zen e Danza

Anshin - I Maestri

Annamaria Gyoetsu Epifanìa
Guglielmo Doryu Cappelli

Zen e Danza

Soggiornare ad Anshin

Zen Garden B&B
Blue River Guest House

matrimonio

Un monaco domandò al suo abba: “Abba, che cos’è un monaco?”.
E l’abba gli rispose: “Monaco è colui che ogni giorno si pone la domanda: che cos’è il monaco?”
Detto dei padri del deserto

Qualsiasi camminatore per le più diverse vie spirituali e religiose, per dirsi veramente tale dovrebbe sempre percepirsi nella dinamica del divenire: non si è mai cristiani, buddhisti, induisti, musulmani ma si è sempre in cammino per diventarlo.

E se questo è vero per ogni cristiano, per ogni buddhista, per ogni induista, per ogni musulmano in quanto ricercatore dell’autentico, ciò è ancor più vero per il monaco, che ben sa che “essere monaco” non è uno status ma un processo “di inizio in inizio, per inizi senza fine” (cf. Gregorio di Nissa). Proprio come diceva abba Antonio, il padre dei monaci del deserto egiziano, ormai anziano, rispondendo a chi gli chiedeva: “Cosa fai oggi Antonio?”, “Oggi ricomincio”.

L' “identità” monastica non è statica, non è mai fissata una volta per tutte, ma è sempre un divenire, è sempre un soggetto di mutamento, è sempre apertura al futuro.

Il monaco non è mai solo, benché la radice di questa parola indichi proprio la sua solitudine: egli diventa sempre più ciò che è grazie alla compagnia di altri uomini e donne che vivono della medesima tensione, e tra queste vi sono anche persone che seguono altre vie religiose.

E la ricerca, la profondità spirituale, la prassi di vita monastica di questi compagni nella Via interrogano, stimolano e arricchiscono.

La stupita gratitudine per la diversità, per l’alterità che è altro da me e che mi altera, per l’alterità del modo in cui vive la vita monastica, mi provoca e interroga anche il mio modo di vivere la vita monastica.

Per noi che partecipiamo agli incontri del D.I.M. La rilettura della nostra “identità” con i suoi punti di riferimento (regole, consuetudini, tradizioni…), ci spinge a una “conversione” costante, unica modalità per essere veramente fedeli a una ricerca autentica senza fossilizzarsi in un mero conservatorismo.

E' un comune “pellegrinaggio” alla riscoperta di chi noi siamo come ricercatori spirituali e come monaci, cercando di “dirci” all’altro, dirci insieme che cosa costituisce la nostra identità monastica, mettendone in luce gli elementi comuni e, nel contempo, facendone emergere le specificità, per capire meglio noi stessi e per diventare monaci cristiani, buddhisti, induisti migliori.

La ricerca di trovare un comun denominatore della specificità monastica, alla luce delle differenze di storia, teologia, terminologia e pratica e è ogni volta destinato al fallimento. Ma non è questo l'importante.

L'importante è mantere vivo il fuoco sacro di questa ricerca, di questa continua tensione verso “qualcosa” ( è veramente necesario definire cos'è ? - qui è il monaco zen che parla ).

Questa ricerca, questo fuoco, è quello che ci accomuna tutti.

Personalmente non ho parole per descrivere l'abisso (in senso positivo) in cui ogni volta l'ascoltare le testimonianze dei fratelli nella Via mi sprofonda.
E' una profondità senza nome che mi nutre e mi rigenera.

E ogni volta vivo, e sono sicuro di non essere solo in questo, l’incontro e il dialogo al tempo stesso come sfida e come benedizione.

Doryu

"Con la pratica e lo studio possiamo risvegliare un corpo, una mente e uno spirito meravigliosi. Il nostro grande compito come esseri umani è manifestare la bellezza dell’essere così come siamo, accogliendo la mutevole e tempestosa natura dell’esistenza" 

Il Centro Zen Anshin è affiliato a
affiliati sanshinaffiliati soto zenaffiliati UBI
La meditazione e le attività del Centro sono aperte a tutti, indipendentemente da credo religioso e cultura.

 A due minuti a piedi dalla Stazione Trastevere, il Centro Zen Anshin è ottimamente servito dai mezzi pubblici: direttamente collegato all'areoporto Leonardo Da Vinci e alla Stazione Termini.mappa

 

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